Non potete conoscere il significato della vostra vita finché non siete connessi al Potere che vi ha creato.
(Shri Mataji Nirmala Devi)
Corsi di Sahaja Yoga sono stati tenuti negli istituti carcerari in Italia, a Velletri, vicino Roma, e nella sezione femminile del carcere di Latina, a partire dal 2005 e sono stati patrocinati dal garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio.
Corsi di Sahaja Yoga sono stati effettuati inoltre nelle carceri di numerosi altri Paesi, tra i quali Stati Uniti (carcere di Rikers Island, New York), Olanda, Canada, India, Australia. In tutti i corsi si è notato un interesse crescente da parte dei detenuti, e notevoli risultati nel recupero e nel pieno reinserimento sociale delle persone che vi hanno partecipato, spesso riconosciuti con entusiasmo dalle stesse autorità carcerarie.
Di seguito riportiamo una descrizione di alcuni corsi di Sahaja Yoga negli istituti carcerari in Italia e nel mondo, con testimonianze ed esperienze dei carcerati e delle persone che hanno organizzato i corsi.
Roma, 7 marzo 2006
CORSI DI SAHAJA YOGA NELLA SEZIONE FEMMINILE DEL CARCERE DI LATINA. L’INIZIATIVA PATROCINATA DAL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DEI DETENUTI ANGIOLO MARRONI.
Cercare da un lato di aiutare i reclusi a superare il difficile impatto con la durezza del mondo del carcere e dall’altro contribuire al loro recupero civile, psicologico e spirituale. Sono questi gli obiettivi del corso di meditazione Sahaja Yoga che sarà attivato nei prossimi giorni nella sezione femminile del carcere di Latina con il patrocinio del Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio Angiolo Marroni.
Quella di Latina è la seconda esperienza del genere dopo quella già in corso, con grande successo, dallo scorso dicembre nel carcere di Velletri. A Latina, in particolare, il corso di Sahaja Yoga durerà circa un anno e sarà tenuto da volontari dell’associazione Nazionale “Vishwa Nirmala Dharma - Sahaja Yoga”, riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e iscritta nel registro nazionale delle associazioni di promozione sociale e che da anni svolge attività di volontariato sociale sul territorio nazionale.
Su un punto, in particolare, il Garante ha voluto insistere: il corso di Sahaja Yoga vuole essere un concreto aiuto ai reclusi per superare l’impatto con la durezza del carcere. Anche in assenza di cifre, dall’Ufficio del Garante regionale dei diritti dei detenuti fanno notare che, nei loro colloqui settimanali nelle strutture carcerarie del Lazio, i problemi soprattutto psichici che emergono sono in larga parte dovuti alle difficoltà dei detenuti di affrontare la vita quotidiana nel carcere.
«Queste difficoltà sono il pericolo vero per ogni recluso - ha detto il Garante - che, tra l’altro, rende la detenzione solo un momento di espiazione della colpa. Nelle carceri mancano alternative in grado di attirare l’interesse dei detenuti e trasformare, così, la detenzione in una occasione per il loro reinserimento sociale. In tale ottica, una iniziativa in apparenza estemporanea come il corso di Yoga può essere un’occasione da cogliere».
Roma, 5 dicembre 2005
In Italia il primo progetto di Sahaja Yoga nelle Carceri parte a Velletri vicino Roma .
Un tentativo finalizzato al recupero civile, psicologico e, in senso più lato, “spirituale” dei detenuti attraverso la pratica della tecnica di meditazione yoga chiamata Sahaja Yoga.
E' questo il senso dei corsi che sono stati avviati all'interno del carcere di Velletri con il patrocinio del Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio, Angiolo Marroni. ”Il periodo di tempo più o meno lungo - ha detto il garante - che ogni detenuto passa in carcere costituisce purtroppo essenzialmente un momento solo espiativo, spesso controproducente. Ciò anche per la carenza, all'interno delle carceri, di strumenti adeguati che consentano ai reclusi di trasformare la detenzione in un'occasione per vivere, acquisire o recuperare valori interiori e condivisi che possano costituire base per un vero reinserimento sociale rispetto al quale l'esperienza del carcere non sia d'ostacolo”.
Il corso di Sahaja Yoga nel carcere di Velletri durerà circa un anno e sarà condotto da volontari aderenti all'associazione "Vishwa Nirmala Dharma- Sahaja Yoga", iscritta nel registro nazionale delle associazioni di promozione sociale e che da anni svolge attività di volontariato sociale sul territorio nazionale. ”Noi riteniamo che - ha aggiunto il Garante - ove il detenuto possa sperimentare ed acquisire uno stato interiore di armonia, serenità, pace interiore ed una consapevolezza più profonda di sé stesso, anche il reinserimento nella vita sociale possa avvenire con più successo. Naturalmente essendo Sahaja Yoga una tecnica non coercitiva, determinante per il suo esito positivo è la piena e libera partecipazione e collaborazione del detenuto ai metodi di meditazione ed autocoscienza che gli verranno proposti”.
QUEENS NEW YORK
Programmi di meditazione secondo il metodo sahaja yoga sono stati tenuti al “RIKERS ISLAND CORRECTIONAL FACILITY” nel Queens, New York, dal 1999 fino al 2001. La seguente relazione contiene osservazioni e testimonianze degli istruttori di sahaja yoga, che descrivono il modo in cui sono stati condotti i corsi di Sahaja Yoga e i loro risultati. Le lettere di referenze dei poliziotti del Rikers Island descrivono gli effetti positivi che la meditazione ha sul comportamento dei carcerati.
Durante i corsi settimanali, ai carcerati furono insegnate tutte le tecniche usate nella meditazione Sahaja Yoga. Fu insegnato loro come pulire ed equilibrare i chakra e i metodi appropriati per conseguire la “consapevolezza senza pensieri”. I sahaja yogis hanno visto spesso accadere miracoli al Rikers Island. Prima della meditazione, i carcerati erano rumorosi e molto nervosi. La tensione e l’aggressività permeavano la sala. Dopo essersi seduti tranquillamente e dopo aver messo in maniera gentile e dolce l’attenzione dentro di Sé, sullo Spirito, essi si trasformavano. Diventavano tutti pacifici e rilassati. La tensione e lo stress svanivano. In meditazione, ad occhi chiusi e con la loro attenzione lontano dal ricordo degli eventi che li avevano condotti in prigione, i carcerati facevano l’esperienza della Realtà del loro Spirito e di una pace interiore molto profonda. Il loro tormento interiore veniva sostituito dall’espressione sorridente del viso e dagli occhi che brillavano.
Dopo la meditazione e il risveglio della loro Kundalini individuale, la risposta dei carcerati era sempre la stessa: “Sento così tanta pace e amore. Mi sento così bene e rilassato. Grazie”.
Tutto questo è stato ottenuto grazie al risveglio dell’energia chiamata Kundalini, che purifica e dona equilibrio agli esseri umani. Questo risveglio è conosciuto come “Realizzazione del Sé”. Permette al ricercatore di scoprire che tutte le risposte sono dentro di noi. Le vibrazioni fresche della Kundalini, percepite dal ricercatore, gli donano la connessione con il Potere Divino Onnipervadente. I carcerati ricevono un aiuto eccezionale dalla pratica di Sahaja Yoga. Si può paragonare il risveglio della Kundalini ad un bimbo smarrito che ha ritrovato sua Madre. Per errore il bambino si allontana dalla madre e si perde. Si sente solo e abbandonato. Dopodiché improvvisamente quando ritrova sua madre si sente completamente tranquillo e al sicuro. Lui è nutrito, curato e amato da sua madre che in realtà non lo abbandona mai. E soprattutto il bambino percepisce l’amore di sua madre. I carcerati cercano amore e Sahaja Yoga dà loro l’amore disinteressato (incondizionato), che non chiede niente in cambio. Quando la Kundalini è risvegliata e il carcerato inizia a meditare, egli diventa un’anima realizzata.
Rikers Island è un centro di contenimento per tutti i carcerati che sono in attesa di processo. A processo avvenuto il carcerato è mandato in un penitenziario di stato o federale se condannato, o rilasciato se giudicato innocente. E’ interessante notare che secondo le statistiche il 65-75% dei detenuti è in carcere per i crimini legati alla droga. SHRI MATAJI ha affermato che chi fa uso di droghe spesso è un accanito ricercatore della verità. In media 2-5 yogis (uomini e donne) hanno partecipato ai corsi settimanali al Rikers Island. I workshop di meditazione, della durata di 60-90 minuti, erano tenuti per i carcerati, ma spesso anche lo staff del carcere partecipava, perché volevano sentire la pace e il silenzio che proveniva da chi stava meditando. Siamo stati fortunati a poter tenere i corsi in 5 aree della prigione.
1. La prima area era la sezione che includeva detenuti con problemi di salute fisica. Il corso si teneva una volta la settimana per 2 mesi.
2. La seconda sezione conteneva tutti i carcerati uomini che avevano commesso vari tipi di crimine, ma che non erano malati. In quest’area il direttore permise ai carcerati di fare il pediluvio, di meditare con le candele e permise persino due programmi musicali. L’entusiasmo e la gioia di questi carcerati durante i corsi era incredibile. Siamo rimasti in quest’area per 5 mesi. Il direttore di quest’area ricevette la Realizzazione del Sé in presenza di Shri Mataji. Ha detto: “Voglio dare a questi carcerati tutto ciò che fa bene a loro e tutto ciò che gli impedirà di tornare in carcere. So che Sahaja Yoga è molto buono per loro”.
3. La terza area era nel “Said Program”, il centro di riabilitazione in cui erano detenuti tutti coloro che erano coinvolti in crimini legati alla droga. Quest’area conteneva il più elevato numero di detenuti. C’erano almeno 5-7 enormi e sovraffollate stanze che contenevano come minimo 50-60 carcerati. Ogni settimana diversi gruppi di yogis erano assegnati a stanze diverse. Siamo rimasti in quest’area per 9-10 mesi.
4. Abbiamo tenuto corsi nella sezione femminile per 2 mesi. Le donne erano incarcerate per vari crimini ma soprattutto per aver violato le leggi sulla droga. Ci informarono che la maggior parte di loro aveva subito degli abusi da bambina e che molti dei loro genitori erano stati alcolisti e drogati.
5. In ultimo, abbiamo tenuto corsi al carcere minorile, dove si trovano adolescenti di età compresa tra i 15-19 anni che avevano commesso vari tipi di crimine. Anche qui siamo rimasti per 2 mesi. Fummo stupiti dal fatto che molti ragazzi avevano già familiarità con la meditazione, il tai-chi e varie forme di arti marziali. Il direttore di questo dipartimento permise un corso aperto sia ai ragazzi che al personale del carcere. Per un mese, abbiamo tenuto un corso per il personale con una media di 2-3 persone dello staff.
I sahaja yogis hanno assistito a diversi miracoli durante lo svolgimento dei corsi.
Una donna in gravidanza ricevette la Realizzazione del Sé e il risveglio della Kundalini e venne parecchie volte al corso. Disse che aveva usato droghe tutta la vita ed era preoccupata per la salute del bambino. Quando tornò al corso dopo la nascita era in estasi. Disse che il suo bambino, “Baby Richard” era nato senza alcuna traccia di sostanze stupefacenti in corpo, e i medici erano stupefatti di come ciò fosse potuto accadere. La madre inoltre affermò che il corpo del bambino emetteva “vibrazioni fresche”! Queste sono le vibrazioni fresche che si sperimentano con il risveglio della Kundalini. Il bambino era nato come anima realizzata in carcere! Circa 6 mesi più tardi visitammo “Hale House” in Harlem, New York. Questa famosa istituzione si prende cura dei bambini nati da genitori tossico-dipendenti che non sono in grado di allevare i loro bambini. Inoltre tiene anche orfani e bambini abbandonati. Parlando con il direttore di Hale House riguardo ai corsi di S.Y. che avevamo tenuto al Rikers Island ci dissero che si stavano prendendo cura loro di ”Baby Richard”, e che stava molto bene! Chiedemmo di vederlo ma ci fu proibito. Le regole sulle visite ai bambini sono molto rigide.
Un’altra storia riguarda un uomo che aveva commesso un doppio omicidio. Era in attesa di processo, e si aspettava di essere condannato alla pena di morte. Venne spesso alla meditazione e usava la tecnica del pediluvio. Quest’ultimo utilizza l’elemento della terra e dell’acqua ed è una delle tecniche usate in Sahaja Yoga. In seguito lui riuscì a salvare la vita a un carcerato che tentò il suicidio. Lui affermò di aver sentito di essere in grado di sradicare metà del suo karma ed ora sperava di poter salvare un’altra vita! Fu sorpreso nel sapere di non essere stato condannato a morte. Gli fu data la grazia con una sentenza che non si sarebbe mai aspettato. Fu molto grato per gli insegnamenti di Shri Mataji e perché gli era stata data l’opportunità di perdonare se stesso e di perdonare il tuo passato. Questa particolare qualità del perdono, così importante per i carcerati, è situata nell’agnya chakra, il 6° centro di energia negli esseri umani. I chakras principali sono 7, e governano e controllano l’aspetto fisico, emotivo e mentale negli esseri umani.
Anche un giovane uomo venne ai nostri corsi. Era stato in precedenza un membro del “Bloods”, una delle gangs più nota negli Stati Uniti. Continuava a ripetere che era innocente e lo incoraggiammo a meditare per permettere alla sua Kundalini di equilibrare e pulire i chakra. Se era perfettamente innocente il Divino l’avrebbe protetto. Rimase in carcere per più di 22 mesi, perché non poteva pagarsi la cauzione. Questo giovane uomo così spirituale andò sotto processo e nel giro di un’ora lo dichiararono innocente e lo rilasciarono! La storia del suo processo e del verdetto fu pubblicata sul “The Daily City”, che è uno dei più diffusi giornali di New York City. Molti carcerati, partecipanti ai corsi di sahaja yoga, che si aspettavano di avere una pena lunga da scontare ricevettero in realtà molto meno.
In una giornata molto afosa di giugno, stavamo facendo meditazione in una stanza affollata che veniva utilizzata come palestra. Eravamo circa 20 persone, compresi i sahaja yogis, Faceva molto caldo e mancava l’aria. Eravamo tutti sudati e ci sentivamo a disagio. Dimenticandomi delle misure di sicurezza, chiesi ad uno dei sorveglianti se potevo aprire la finestra. Mi rispose: “Signorina, questa è una prigione, e qui non apriamo le finestre quando ci pare e piace!” Non aprì la finestra ma Shri Mataji ascoltò le nostre preghiere! Appena cominciai a meditare, cominciai a sentirmi molto fresca. Dopo 5 minuti di meditazione, tutti sentirono le “vibrazioni fresche”! Tutti sorrisero e apprezzarono molto la meditazione! La palestra continuò ad essere molto calda ma la zona dove meditavamo era circondata da una brezza molto fresca!
Probabilmente la testimonianza più drammatica è la trasformazione di Temba Spirits, un ex carcerato di Rikers Island che trovò uno dei nostri volantini. Ricevette la Realizzazione del Sé e cominciò a meditare da solo finché era a Rikers Island. Ha detto: “E’ stato in prigione che ho trovato Shri Mataji e Sahaja Yoga. Il mio spirito cercava il risveglio ed è stato là che sono diventato un figlio di Shri Mataji”. Cantante e musicista di talento, Temba attualmente sta preparando un concerto e frequenta il college.
Ci sono molte storie miracolose in Sahaja Yoga e queste sono alcune su migliaia che sono avvenute.
TESTIMONIANZE E ESPERIENZE di altri Sahaja Yogis che hanno partecipato ai corsi al Rikers Island:
• Jerry Mayfield. “Trovo che i partecipanti ai corsi in prigione sono fondamentalmente uguali a quelli che si trovano fuori. I carcerati sapevano dei chakra e avevano conoscenza della spiritualità. Forse avevano seguito delle false dottrine, ma molte avevano avuto almeno un approccio superficiale con pratiche di qualche genere. Il primo corso si tenne nell’area dei carcerati con problemi di salute. I ragazzi erano tutti allineati ed erano in catene: vennero avanti con le catene. Ricordo che era entrato un uccellino. Questo uccellino aveva fatto il nido tra le travi e ogni tanto veniva giù e cinguettava quando Andrea Cousius, la yogini che che conduceva il corso, parlava”
• Alan Wherry, un sahaja yogi irlandese che ora abita e lavora a new York scrive: “E’ stato semplice per me avere un sentimento di empatia per loro, perché ne avevo visti tanti come loro a Belfast, gente che di fronte alla scelta tra la droga o un lavoro umile e mal pagato, non vedeva altra scelta e perciò faceva la scelta sbagliata. Molti di loro erano consapevoli che il prezzo della loro decisione, più che l’essere reclusi in prigione, fosse la perdita del rispetto di se stessi. Ciò che abbiamo visto sono stati gruppi di 50 uomini e anche più, vivere in una affollata stanza con le brande, senza privacy e con una stanza a parte dove c’era la TV e alcune sedie di plastica”
• Maryanne Barman. “Uau! Uau! Uau! La cosa che mi è rimasta più impressa è stato come mi sentivo. Un’indescrivibile sensazione di pace, gioia e amore. Dal rumore della confusione dell’inizio, alla meditazione silenziosa in cui avresti potuto sentire cadere uno spillo. Anche gli uomini che non partecipavano erano rispettosi e parlavano sussurrando per non disturbare coloro che meditavano. Era come se qualcosa di molto speciale stesse avvenendo. Questi uomini sapevano che, qualsiasi errore avessero commesso, ora potevano perdonare ed essere perdonati”
La popolazione carceraria continua ad aumentare. I metodi riabilitativi finora usati non hanno funzionato, così perché non provare qualcosa di nuovo?
I benefici di Sahaja Yoga sono molti. Studi medici hanno dimostrato che questa meditazione riduce il livello dello stress e la tensione. Ha aiutato anche bambini con disturbi devianti dell’attenzione (Attenzion Deficit Disorder) e asma. Ha aiutato inoltre molte persone afflitte da diabete, ipertensione e altre malattie fisiche ed emotive. Persone che hanno praticato Sahaja Yoga hanno smesso di bere, di fumare e di far uso di droghe.
Per favore contattatemi per ulteriori informazioni al n° 718-626-6476 nel Queens, New York.
Anna Mancini, Jerry Mayfield, Benjamin Blyten, Stella Americo, Maryanne Barman, Alan Wherry e Francoise Gibeu.
LETTERA di Temba Spirit Kelly “Un bambino di Shri Mataji Nirmala Devi”
Il 6 settembre 2002 venni arrestato tramite un mandato illegittimo e condotto in prigione. Quando fui arrestato, desideravo morire e avevo perso ogni speranza avendo lottato contro l’assunzione di droghe per più di 13 anni. La mia prima esperienza con la droga fu drogarmi con mia madre all’età di 13 anni, comprare la droga per lei e dopo essermi drogato con lei, fui cacciato da casa sua. Mia madre è una bellissima persona, solo ha fatto qualche errore e per grazia del mio cuore, l’ho perdonata completamente. Marita ti voglio bene. Anche se ho perdonato mia madre, il fatto di essere stato emotivamente abusato da parte sua ha danneggiato il mio essere, e la sofferenza e il dolore insieme all’aver fatto delle scelte sbagliate mi ha portato a carcere l’amore in posti molto dannosi. Quando ebbi 14 anni, entrai a far parte della più grande gang di strada in America e a 15 anni mi avevano già sparato nel petto e fui quasi ucciso per due o tre volte... Potreste pensare che dei fatti così tragici mi avessero indotto a cambiare comportamento. In ogni caso, questo creò un malessere ancora più profondo in me. Essendo stato ferito ed essendo sopravvissuto, potevo essere completamente accettato dai compagni che erano membri della gang. Voglio aggiungere che la maggior parte di questi fratelli e sorelle della gang hanno un grande cuore, ma come me, loro hanno solo bisogno della giusta guida, Sahaja Yoga e Shri Mataji.
Dopo anni di successi e di fallimenti, finisci di morire sulle strade di New York. La mia vita era distrutta. Sentivo che questo bambino era dell’Acquario aveva abbandonato il nostro pianeta. Durante quest’ultimo periodo della mia umiliazione, presi un’imputazione per un piccolo furto. E dopo aver dormito sopra ai tetti, nelle case abbandonate e avendo raggiunto il massimo dell’indecenza, il 6 settembre 2002 fui arrestato. E’ strano che uno dica che è giunto in prigione per grazia di Dio, ma nel mio caso fu assolutamente così. Per due settimane dormii sui pavimenti e nelle celle, poi mi trasferirono al Rikers Island. Un bel giorno decisi di andare a fare la ricreazione. Lo stesso giorno, mentre cercavo di convincere un poliziotto che lo yoga non è la religione del diavolo, uno dei fratelli del dormitorio mi chiamò e mi diede un foglio di carta con una bellissima donna indiana e sotto scritto “Sahaja Yoga di Shri Mataji Nirmala Devi”. Non potevo credere ai miei occhi. Mi sembrava di sognare.
Oltre ad aver visto così il viso di Shri Mataji per la prima volta, allegato c’era anche un libricino con le istruzioni su come praticare la meditazione. Lo stesso giorno provai a fare gli esercizi, per la prima volta, Kenny venne da me e dissi: “Hey Kenny, questo è vero. Posso sentire l’energia”. Kenny non fu così entusiasta come me. Sul volantino c’era anche un numero di telefono. Senza esitazione chiamai e così feci conoscenza con la yogini Anna Macini. Parlai delle mie esperienze con Anna e lei senza pensarci mi accettò nel suo cuore grande come una casa, incondizionatamente. Anna cominciò a mandarmi altre informazioni su Sahaja Yoga insieme ai numeri di telefoni di altri sahaja yogis.
Sono stato in altri gruppi spirituali, prima, ma non sono mai stato accolto da degli estranei con una simile compassione. Cominciai a dare molte Realizzazioni e ad avere esperienza nella meditazione. Lo yogi Jerry mi suggerì di cominciare a tenere un diario e così ora Madre mi stava dando segnali esterni che lei mi stava guidando.
Nei sette mesi che sono stato in prigione, è stato come se fossi stato in ritiro spirituale, eccezion fatta per le persone che ho visto farsi del male. Con il passare delle settimane, più meditavo e più sentivo che diventavo più forte, e ora quando medito mi sento almeno una spanna sopra la testa.
Andrò a casa tra due settimane e sono un po’ triste di lasciare gli altri yogis. Comunque mi sento di aver ricevuto una grande benedizione per aver fatto entrare 75 fratelli in sahaja yoga. I nomi degli yogis sono yogi Pugz, yogi Kennj, yogi Blak G-O-D, DC, yogi Garmell Giordan, yogi Panama, yogi Marcus Richard, yogi Julio e il mio nome è yogi Temba Spirit.
EDWIN, sahaja yogi olandese, ha lavorato per 17 anni presso il Ministero della giustizia, e per lavoro negli ultimi due anni è stato a contatto con i carcerati del PI Vught, che è il carcere di massima sicurezza in cui stanno i peggiori criminali e in cui vengono osservate le regole in maniera molto rigida. Nel giugno del 2003 Edwin ha dato la Realizzazione del Sé ad un carcerato, Andre. Prima Andre non riusciva mai a dormire e prendeva tanti medicinali di notte. Dopo aver ricevuto la Realizzazione del Sé, ha dormito così tanto che le guardie non riuscivano più a svegliarlo. Non ha più chiesto medicine, e nel giro di un mese, con la pratica di Sahaja Yoga, ha smesso di fumare ed è diventato molto pacifico. Anche i colleghi e gli altri carcerati si sono accorti del cambiamento. Uno dei problemi dei carcerati è che hanno una reputazione da mantenere, e perciò tendono ad essere più individualisti che collettivi. Gli altri carcerati erano curiosi di sapere, ma facevano finta di non essere interessati, finché uno alla volta hanno cominciato a praticare Sahaja Yoga e tutti dormivano meglio e diventavano pacifici e silenziosi. Diventarono più collettivi, guardavano insieme la TV, lavoravano insieme in un’atmosfera molto migliore e non litigavano più. La gioia e le vibrazioni positive di questi ragazzi attirarono l’attenzione degli altri “prigionieri” e il gruppo divenne più numeroso. Il lavoro dei colleghi di Edwin divenne più semplice, perchè ci furono meno incidenti. Il direttore allora diede il permesso ufficiale per un corso di Sahaja Yoga nella sezione C del carcere. Alcuni carcerati, che una volta avevano deriso i carcerati che andavano al programma con la bacinella per il pediluvio, aderirono a Sahaja Yoga e cominciarono a meditare (i carcerati derisi non avevano neppure reagito perchè erano già più bilanciati).
JACO era un carcerato schizofrenico, sentiva continuamente voci, il corpo tremava sempre, stava sdriaiato tutto il giorno e non parlava mai, i capelli e la barba sempre più lunghi. Con Sahaja Yoga si è molto equilibrato, nel giro di una settimana ha tagliato i capelli, nel giro di due settimane ha cominciato a lavorare (pulizie) e poi è diventato molto collettivo e rideva alle battute.
Così il Direttore propose di estendere il corso di Sahaja Yoga anche alle altre sezioni e diede l'autorizzazione ad altri sahaja yogis di partecipare al corso e ad una yogini diede il permesso di fare il programma ai carcerati uomini. Cominciò anche una corrispondenza scritta tra sahaja yogis e carcerati, i quali avevano domande molto profonde.
ANDY ammise di aver commesso un crimine molto grave; disse che era arrabbiato con se stesso, che voleva ottenere la pace interiore e diventare una persona migliore.
Un altro collega della Sicurezza entrò a fare parte dei sahaja yogis e ad ogni sessione si aggiungeva qualcuno di nuovo; anche due cinesi che parlavano solo la loro lingua. OGNUNO ACCOGLIEVA I NUOVI CON AMORE.
DIMITRI: ”Quando uscirò di prigione scriverò una lettera al Direttore per ringraziarlo di aver permesso i corsi di Sahaja Yoga. Chi avrebbe mai detto che proprio qui, in prigione avrei trovato l'equilibrio nella vita?”.
I “Guerrieri di Waterloo” portano la Brezza Fresca alle donne aborigene in prigione (c'è voluto un anno tra il desiderio di portare sahaja yoga in carcere e l'azione concreta).
Resoconto dopo il primo mese di Sahaja Yoga in un Centro di Correzione per le donne in Canada (Native/Aborigene).
Il Canada apparentemente risulta un paese non razzista, in realtà gli “aborigeni” hanno problemi razziali perchè hanno sempre avuto meno diritti degli altri canadesi o immigrati, e fino a 40 anni fa avevano dovuto fare tutto ciò che veniva loro imposto dall'uomo bianco. Un risultato è che attualmente la loro razza risulta molto confusa, perchè non solo hanno perso le loro radici, ma non hanno potuto nemmeno integrarsi con il mondo dei bianchi in maniera completa.
Il carcere è una prigione di minima sicurezza: vi stanno le donne che sono in procinto di tornare a vivere nel mondo esterno. Nella maggior parte dei casi i crimini comprendono casi di abuso e omicidio.
Occorrono circa 15 minuti per entrare nel carcere: controllano la nostra borsa, ci perquisiscono, dobbiamo mostrare due documenti di identità, ci attaccano dei “cicalini ai vestiti, nel caso in cui una carcerata diventasse violenta e avessimo bisogno dell'intervento delle guardie. Modulo da compilare – borse e oggetti personali restano nell'armadietto – fine della procedura d'ingresso.
Il programma cominciò con 8 donne, tutte percepirono la “brezza fresca”. Riuscirono a rilassarsi, entrare in consapevolezza senza pensieri e gioirono delle vibrazioni, che erano molto forti. Riuscirono a meditare e la meditazione piacque e si sentirono molto meglio.
Quando entrammo nel carcere la prima volta, pensavamo di trovare vibrazioni molto pesanti e fummo stupiti nel constatare che non era vero. SE VOLETE COMINCIARE UN CORSO IN UN AMBIENTE “PESANTE” NON ESITATE. E' PIU' FACILE DI QUELLO CHE CREDIATE. IL “CARICO SUPPLEMENTARE” DI VIBRAZIONI FRESCHE CHE PRENDETE COME SOLDATI DEL POTERE DIVINO E' ESTREMAENTE FORTE.
Il programma di recupero delle donne “native” comprendeva recuperare l'eredità dei Nativi d'America come il valore del rispetto della Madre Terra, il recupero di preghiere, canzoni e storie degli antenati. Le prigioniere regalarono la prima volta alle yogini una “sweetgrass”, una delle 4 piante sacre dei nativi.
Un sabato ci fu un “POW WOW” e canti, a cui vennero invitate le yogini, con 200 ospiti, percussionisti, danzatori. Non potete credere quanto le vibrazioni fossero forti, per la saggezza e la verità nelle tradizioni degli indiani. Stiamo cercando di approfondire i punti di contatto tra la culture degli Indiani d'America e la culture Sahaja.
Nashik, CENTRAL JAIL (luglio 1998)
Esisteva già un corso di Sahaja Yoga per i poliziotti di Bombay, presso un ufficio del commissariato di Polizia, così venne l'idea di proporne uno per i carcerati di Nashik. I permessi vennero ottenuti facilmente.
Al corso circa 300-400 carcerati ebbero la Realizzazione del Sé molto facilmente. Il corso si svolgeva tutti i giorni e dopo 6 mesi di meditazione, circa 100 di loro erano diventati dei bravi sahaja yogis ed erano in grado di condurre un corso di sahaja yoga e di dare la Realizzazione del Sé.
I carcerati si trasformarono, divennero più soddisfatti e consapevoli del cambiamento che stava avvenendo in loro.
Quando Shri Mataji venne a sapere del programma in carcere, mandò una lettera via fax agli yogis, scrivendo: “AI SAHAJA YOGIS TUTTE LE MIE BENEDIZIONI. SONO STATA SORPRESA E FELICE CHE STATE FACENDO UN LAVORO COSI' APPROFONDITO PERFINO IN PRIGIONE. NON AVREI MAI IMMAGINATO (SOGNATO)CHE IL LAVORO DI SAHAJA YOGA SAREBBE ARRIVATO PERFINO NELLE CARCERI. AVETE CONDOTTO IL TUTTO IN UNA MANIERA MOLTO SAHAJA. IL MIO E' UN LAVORO DI AMORE. COSI', CI SARA' AMORE CHE SCORRE TRA DI VOI, NON SOLO, MA SI AVVERTIRA' ANCHE L'AMORE TRA GLI ALTRI E SARA' MIA CURA FARE IN MODO CHE NESSUNO DEBBA ESSERNE DANNEGGIATO. SIETE NELLA MIA ATTENZIONE E VI CHIEDO DI MANDARMI LE VOSTRE FOTO. VOSTRA MADRE NIRMALA
Venne pubblicato un articolo su un giornale locale in lingua marathi, dal titolo: “LO YOGA TRASFORMERA' LA VITA DEI CARCERATI IN PRIGIONE”. Il giornalista scrisse: “In un momento critico della tua vita hai commesso un crimine ed ora sei in prigione. Ma non durerà per sempre. Un giorno sarai libero, uscirai di galera, ma sarai etichettato come un carcerato agli occhi del resto del mondo. Quello che ti sarà sicuramente di aiuto per far cambiare idea alla gente è Sahaja Yoga, dato da Shri Mataji Nirmala Devi". Ci fu una cerimonia in carcere a cui fu invitato l'editore del giornale come ospite d'onore, e durante la cerimonia i carcerati che avevano praticato Sahaja Yoga dettero la Realizzazione del Sé ai carcerati che erano appena arrivati in prigione. Come parte della riabilitazione e trasformazione vengono fatti in carcere diversi corsi. I sahaja yogis vanno tutti i giorni a fare un programma in carcere per 2 ore al giorno. I carcerati hanno detto: “Abbiamo imparato l'arte di vivere. Abbiamo compreso il processo di pulizia della nostra mente e del corpo. Non riuscivamo a dormire, eravamo insonni per l'intera notte. Il desiderio di vendetta ci bruciava dentro ma adesso siamo diventati pacifici, dormiamo bene, la rabbia che era provocata dalle droghe è scomparsa”.